La dirigente dell’istituto Tommaso Fiore: “C’è molta incertezza”
Il Covid ha cambiato notevolmente le abitudini e la vita quotidiana, ma una delle realtà che ha subito maggiormente gli effetti negativi della pandemia è sicuramente quella scolastica. Per gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, dopo l’ultima ordinanza regionale, si è tornati alla frequenza al 50%. Questo significa che le famiglie possono decidere di continuare la Dad, didattica a distanza, oppure mandare i propri figli a scuola, con frequenza a settimane alternate. I genitori modugnesi di alunni delle superiori hanno preferito lasciare i propri figli in Dad. A farlo sapere la dirigente scolastica dell’istituto Tommaso Fiore di Modugno Rosaria Giannetto. I dati delle preferenze dell’istituto di Modugno non lasciano dubbi. Solo il 30% degli studenti è ritornato in classe. Diverso è il caso della sede di Grumo dove gli alunni dell’alberghiero sono prevalentemente in presenza.
“Abbiamo avuto numerose richieste di Dad a Modugno, che aumentano ogni giorno di più – fa sapere la dirigente – La differenza è dovuta alla presenza dei laboratori che, negli istituti alberghieri, sono sempre stati in presenza. Con tutte le dovute precauzioni”.
La didattica mista non solo ha creato molta difficoltà all’insegnamento, generando una situazione non semplice di gestione delle classi da parte dei professori, ma sta facendo aumentare i casi di dispersione scolastica.
“La Dad, o meglio Ddi (didattica digitale integrata) funziona per quei ragazzi che hanno un alto livello di attenzione, forte motivazione personale e non hanno particolari difficoltà di apprendimento – spiega – ma per quei ragazzi che hanno bisogno di essere seguiti e stimolati la didattica a distanza rischia di creare isolamento. Non sono pochi gli alunni che non seguono o non si presentano alle lezioni on-line, nonostante la scuola abbia messo loro a disposizione tutti gli strumenti, anche abbonamenti internet per l’intero anno scolastico”.
Aumentano anche le ripercussioni psicologiche con una maggiore richiesta di supporto.
“Vediamo che spesso i ragazzi sono spenti e privi di energie ed entusiasmo – riporta la Giannetto – sono anche aumentate le richieste di incontro con lo psicologo scolastico, che abbiamo messo a disposizione dei ragazzi fin dall’inizio della pandemia”.
È una situazione abbastanza difficile da sostenere sia per gli alunni che per l’organizzazione scolastica. La Regione Puglia aveva anche previsto una figura di supporto, un Referente sanitario, che avrebbe dovuto sostenere e alleviare il carico della dirigenza per la gestione dei casi Covid, ma, al momento, questa figura non è stata ancora implementata.
“I genitori che decidono per la Dad sono spinti dalla grande incertezza che ruota attorno al mondo della scuola – conclude la dirigente – Se si vuole incentivare la presenza dei ragazzi a scuola bisogna dare maggiori garanzie non soltanto per l’organizzazione interna delle scuole, sulla quale abbiamo fatto l’impossibile, ma anche a livello di organizzazione generale e dei trasporti”.