Cancellato in presenza l’incontro con l’ex gay. Si terrà in streaming. Di Tolve al sindaco Bonasia:” Indignato dovrei essere io”
Forse sarebbe bastato usare altre parole per presentare un evento che ha tanto fatto parlare e ha sollevato l’indignazione della comunità e della politica. Già perché le parole hanno un peso e accostare termini come “redenzione” e “conversione” ad un cambio di orientamento sessuale ha creato un messaggio, dalla facile interpretazione, che ha portato la comunità a dire No all’incontro con Luca di Tolve. L’ex mister gay degli anni 90’, anche se non con titolo nella competizione ufficiale che è iniziata nel 97′ ma in una competizione locale, era stato invitato dalla parrocchia Immacolata di Modugno per parlare della sua esperienza. Accostandosi ad un percorso di fede, ha commutato il suo orientamento sessuale passando da omosessuale ad etero. Detta così sembrerebbe una testimonianza di un’esperienza privata, ma se la si accosta ad un contesto in cui si parla di “appartenenza ad un certo mondo gay”, “cammino omosessuale” oppure di “smarrimento della propria identità e la rinascita ad una nuova vita grazie alla preghiera”, così come presentata la vicenda nella locandina dell’incontro, il messaggio comincia a tingersi di toni diversi. Come se l’orientamento sessuale fosse un capriccio, una malattia o una degenerazione che possa essere guarita con la fede.
Ma Luca Di Tolve non ci sta al rifiuto della Città e del sindaco di Modugno Nicola Bonasia che ha definito “desolante e discriminatorio” accostare la sessualità alla fede. Ha risposto quindi sui social che “un sindaco deve esserlo di tutti i cittadini e che se molte persone del comune e della parrocchia vogliono ascoltare la sua storia deve essere data loro la possibilità di farlo”.
Replica anche al segretario del Pd locale Vito Silvestri, che l’aveva appellato come “una persona in perenne ricerca di visibilità, una figura per fomentare il fanatismo propagandistico di taluni soggetti che nascondono – dietro rosario e acquasantiera – la loro incontenibile voglia di diffondere la cultura dell’odio verso il prossimo”. Invitando i componenti del partito a “stare tranquilli”, Luca Di Tolve pone loro una domanda: “Perchè se qualcuno da etero diventa gay è un eroe della patria, mentre se uno era gay e poi diventa etero vi crea così sconcerto? Io parlo solo di amore e libertà di amare chi si vuole, nel mio caso una donna”.
Anche questa domanda però rimanda ad una ancor più importante: “Può l’identità sessuale essere una scelta?”. Ciò che l’opinione pubblica rifiuta è proprio questo. Il messaggio che l’orientamento sessuale sia frutto di una volontà, quando in realtà, è qualcosa che viene dal profondo, è una parte dell’identità individuale, qualunque essa sia.
L’incontro, che si terrà sabato 27 in streaming sulla pagina di Europa Benedettina, non sarebbe stato ostracizzato e, al contrario, sarebbe stato interessante e partecipato se si fossero presentate due testimonianze, una etero e una gay, e se non si fosse accostato il percorso di scoperta del sé alla preghiera e alla conversione. Magari una prossima volta.