Sulla scelta alle famiglie della Ddi si domandano:” Reale necessità o comodità?”
La Commissione Covid 19, presieduta dal consigliere di minoranza Fabrizio Cramarossa e composta dai consiglieri Bosco, Donati, Scelsi, Stea, Caputo e Gramazio, nonché dal sindaco Nicola Bonasia, ha dato voce ai dirigenti scolastici. Una voce che, anche a detta di alcuni degli intervenuti, non è stata data neanche dal Presidente della Regione Michele Emiliano. Tra le criticità che gravano sul mondo della scuola, la scelta di lasciare alle famiglie la possibilità di preferire la Didattica digitale integrata (Ddi), oppure le lezioni in presenza. Alcuni dati, portati dal dirigente scolastico della scuola Dante Alighieri Luigi Piliero, sono emblematici. Nel suo istituto solo 30 ragazzi su 180 hanno deciso di ritornare in presenza. La scuola starebbe quindi perdendo la centralità di essere luogo educativo per eccellenza, a favore di una promozione dei “non luoghi”. Dato completamente diverso quello registrato nelle scuole primarie, nelle quali si verifica una tendenza opposta. Come fatto sapere dal dirigente del secondo circolo Mario Cazzolla, più della metà delle famiglie ha scelto di rimandare i propri figli a scuola in presenza. Quanto quindi si tratta di scelta di prevenzione, e quanto invece scelta di comodità dei genitori?
Che la scuola non debba inoltre essere considerata un luogo di contagio è opinione di tutti i dirigenti scolastici. La dirigente del terzo circolo didattico Gabriella D’agostino ha evidenziato come in tutti i plessi il rispetto del protocollo sia scrupoloso, anche grazie alla collaborazione con la pubblica amministrazione. Per questo la domanda che si è posta è: “Se c’è un reale pericolo perché lasciare al genitore la scelta tra diritto allo studio e diritto alla salute?”.
Anche il sindaco Nicola Bonasia ha applaudito alla solerzia con la quale tutti i dirigenti hanno adeguato i plessi al rispetto delle normative, rendendo di fatto i luoghi di istruzioni dei posti sicuri.
“A Modugno purtroppo il trend è ancora in salita – ha affermato – con 447 casi positivi. La nostra è una zona particolarmente colpita, ma bisogna tenere presente che la popolazione colpita in età scolastica è molto bassa, non supera il 2%. Per questo non abbiamo preso provvedimenti per la chiusura delle scuole, perché riteniamo che il rischio di contagio sia nullo”
Sulla questione delle ordinanze, e su come queste stiano creando disorientamento nei genitori, è intervenuta la dirigente del Primo circolo didattico Margherita Biscotti. La scuola, ha spiegato, sta elaborando un percorso che sia a sostegno sia dei ragazzi che dei genitori, ma questo viene complicato anche dall’uscita delle ordinanze spesso nel fine settimana. Una delle proposte della dirigente è stata quella di fare rete con le istituzioni circa l’utilizzo di alcuni fondi, emanati nel Dl del 22 marzo, per l’acquisto di dispositivi di prevenzione nelle scuole.
Per quanto riguarda le difficoltà “tecniche” riguardanti le connessioni per la Ddi, la soluzione sarebbe stata trovata nel potenziamento delle linee, anche se alcune criticità, come la difficoltà di accesso al registro elettronico, sono ancora esistenti ma da imputare ad aggiornamenti del sistema centrale del registro, e non agli istituti. Nonostante questo, però, la scuola deve pensare ad un ulteriore ammodernamento tecnologico, in vista anche del post Covid. L’ha affermato il vice-sindaco Beppe Montebruno che, nel suo intervento, ha sottolineato come, nonostante siano stati fatti dei progressi, il Covid ha comunque messo in luce la necessità della scuola di adeguarsi ancor più al progresso e alla richiesta tecnologica.
Come poter garantire quindi un sicuro ritorno a scuola? Potrebbe una convenzione tra istituti e centro analisi per l’esecuzione di tamponi periodici sugli alunni, così come proposto dal consigliere Nicola Caputo, essere la soluzione? La risposta a questo quesito, data dalla Commissione, sembrerebbe un netto no; sia perché i tamponi dovrebbero essere giornalieri e non periodici per avere una concreta sicurezza sulla positività, sia per i costi che la scuola e l’amministrazione dovrebbe affrontare. Per il momento quindi l’unica soluzione per un sicuro ritorno alla normalità scolastica sarebbe una pronta e rapida campagna di vaccinazione di tutta la popolazione.
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