Il presidente del comitato Tino Ferrulli: “Pronti a manifestare”
Il presidente dell’Isde Agostino Di Ciaula:” Un impianto inutile e dannoso”
Più di tremila persone, in appena 24 ore, hanno detto NO alla Newo. L’appello lanciato su Facebook dal presidente del comitato Pro Ambiente di Modugno e vice presidente del comitato “No Inceneritore” Tino Ferrulli non lascia dubbi su quello che vogliono i cittadini modugnesi e dei paesi limitrofi. “Basta con lo scempio ambientale” è il messaggio che vogliono far arrivare forte e chiaro a quei giudici che, mercoledì 27, dovranno decidere del destino, delle vite e della salute di paesi, come Modugno ma anche Bari, Bitonto, Palo del Colle, Bitetto, che risentirebbero degli effetti della presenza dell’impianto.
“Il ricorso è approntato su quelli che sono i vizi formali e sostanziali riguardanti sia l’iter procedurale sia la natura dell’impianto – fa sapere Tino Ferrulli – il suo gemello è stato posto sotto sequestro a Gioia del Colle. L’Arpa Puglia ha espresso il suo parere contrario. La valutazione di incidenza ha dimostrato che il sito, ampiamente inquinante, potrebbe creare uno scompenso per quanto riguarda le emissioni di Co2. Siamo pronti a scendere in piazza per gridare il nostro NO, che è quello di tantissime persone che temono per la loro salute”
A dire No alla Newo anche il presidente dell’Isde, l’ International Society of Doctors for Environment, Agostino Di Ciaula.
“Se mai dovesse essere realizzato, l’impianto NEWO si collocherebbe in un’area densamente urbanizzata – spiega – già gravata da contaminazioni di suolo e falde acquifere, dove ci sono concentrazioni atmosferiche di particolato che negli ultimi anni sono state costantemente superiori ai limiti consigliati dall’OMS e nella quale vengono emessi inquinanti (ad es. metalli pesanti) che non sono mai stati adeguatamente monitorati. Anziché bonificare l’area o almeno ridurre il carico di sorgenti inquinanti su essa, si aggiungerebbe inquinamento ad inquinamento”.
L’inceneritore Newo utilizzerebbe quindi una tecnologia ancora sperimentale, ancora da verificare compiutamente, sia in termini di sicurezza ambientale e sanitaria, che di utilità.
“I pochi dati prodotti da enti terzi (ad es. ARPA Puglia) su questa tecnologia sono tutt’altro che rassicuranti -continua – e il nostro territorio sarebbe il primo al mondo a sperimentare i rischi della sua realizzazione su scala industriale”
Forte impatto ne avrebbe anche l’equilibrio ambientale e sulla politica di riciclo dei rifiuti.
“Un impianto di incenerimento sarebbe assolutamente inutile e dannoso in termini di gestione sostenibile dei rifiuti e di economia circolare, come più volte stabilito dalla commissione europea – conclude – Devierebbe i flussi di rifiuti dal recupero reale di materia. Devierebbe anche le ingenti risorse economiche pubbliche che la Regione ha deciso di destinare a questo progetto da destinazioni più legittimamente adeguate e sostenibili. Spero che la magistratura arrivi a rimediare la mancanza di prudenza di chi ha consentito che si arrivasse a questo punto”.
(Foto di repertorio)