NEWO. TUTTI CONCORDI NEL NO. ALLORA CHI LO VOLEVA?

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Le associazioni ambientaliste pronte a scendere in piazza

Chi vuole l’impianto di ossicombustione Newo? A chi giova? La risposta dell’assemblea delle associazioni ambientaliste e dei cittadini, avvenuta ieri a Modugno in una sala Beatrice Romita gremita, sembrerebbe essere nessuno. Non lo vogliono i cittadini di un territorio che, come ha affermato anche il sindaco di Palo del Colle Tommaso Amendolara, ha già dato tanto e che non deve diventare cavia di un esperimento potenzialmente dannoso. Non appoggiato dai sindaci dell’AroBa2, che con il primo cittadino di Modugno Nicola Bonasia come portavoce, hanno fatto sentire il parere contrario in conferenza di servizi per la revisione della valutazione di impatto ambientale (Via). Compiendo quello che il sindaco modugnese ha definito un atto politico, ha depositato dei pareri contrari, che riguardano non solo la mancanza di informazioni e sperimentazione su una tecnologia che non ha eguali a grandi livelli, ma che non potrà neanche giovare alla situazione dei rifiuti locale, visto che non verranno confluiti quelli territoriali per volontà di Amiu. Anche il presidente di Ager Puglia Fiorenza Pascazio si è chiesta come mai si stia tornando a parlare dell’impianto di ossicombustione, quando l’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti si era già espressa a favore di un ciclo virtuoso, ritrovandoselo poi anche nel piano Regionale. E se Arpa ha richiesto un approfondimento sulla natura delle perle vetrose, la stessa richiesta era stata già sollevata in sede di Commissione europea, così come ha fatto sapere l’europarlamentare Rosa Amato, presente in assemblea.

«Ci dicono che le perle vetrose siano “end of waste” – dichiara l’europarlamentare – ma l’Ue ci dice che per essere tale bisogna documentarlo. Ad oggi non ci sono documenti in tal senso. Siamo molto attenti alla questione e denunceremo all’Unione europea».

In tutto questo, non di poco conto anche la preoccupazione dei medici circa gli impatti che questo tipo di impianto potrebbe avere sulla salute. Il Presidente del comitato scientifico di Isde (International society of doctors for environment), Agostino Di Ciaula ha ribadito, durante l’incontro, ciò che ha più volte sostenuto, cioè che non ci sono prove che il termovalozzatore non vada a modificare gli attuali assetti ambientali in negativo, su un territorio già critico.

«Nei soli 40 giorni di attività dell’impianto sperimentale di Gioia del Colle – fa sapere – Arpa Puglia ha notificato un aumento di diossido di azoto. Chi confermerà che i lavoratori, che maneggeranno le perle vetrose, non si ammaleranno? Sono disposto a credere che questo sia il nuovo futuro della transazione del rifiuto, ma il passaggio di verifica da parte di terzi non lo abbiamo ed è fondamentale che ci sia».

Le associazioni ambientaliste promettono, anche alla luce di quanto emerso durante l’incontro, che continueranno ad opporsi al termovalorizzatore, pronti a scendere in piazza con una mobilitazione che non lascerà dubbi sul volere dei cittadini.

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